La pratolina: fiori, proprietà e coltivazione

La Pratolina (detta anche mergheritina comune, fiore gentile, fiore di primavera, fiore pleno, fiorellin di prato) è una pianta perenne erbacea con foglie disposte a rosetta. I fiori, a capolino, sono composti da una parte centrale gialla (disco centrale) con piccoli petali (ligule). Le diverse varietà coprono una gamma cromatica che va dal bianco al rosso intenso passando per varie sfumature di rosa.

La pratolina si utilizza per creare bordure. I petali sono dei capolini solitari con disco centrale giallo e ligule di vario colore, dal bianco al rosella al rosso. Verso sera, i capolini si chiudono, per poi riaprirsi all'alba. È una pianta da fiore ornamentale, che si utilizza per ornare scarpate e pendii, adatto a creare bordure per valorizzare i prati (da qui prende il nome).

Questa pianta da fiore possiede proprietà medicinali: in passato veniva utilizzata come pianta medicinale; gli infusi e i decotti dei fiori, se bevuti, contrastano le pleuriti, le malattie della gola e dei bronchi, mentre per clistere riducono le infiammazioni a livello intestinale e le emorragie dell'utero. I cataplasmi di foglie bollite si usano per curare contusioni, distorsioni, piaghe torpide, foruncoli e flemmoni.

Sommario

Quando fioriscono le pratoline

La Pratolina è diffusa in tutti i continenti. È una pianta che fiorisce all'incirca per tutto l'anno, dai primi giorni di primavera al tardo autunno. La neve è a malapena scomparsa da terra quando la Pratolina appare a deliziarci con il suo splendore.

Fatti interessanti

Le tribù germaniche del nebbioso nord, spesso riuscivano a cogliere un bagliore del blu intenso del cielo. Con l'apertura del suo calice, la Pratolina annunciava loro la presenza del dio del sole Baldur. Essi le diedero perciò il nome di occhio di baldur o sopracciglio di baldur. Il nome Daisy deriva dai termini anglosassoni daeges eage (= Day's eye). Il fiore proveniente dal magico giardino di Freya, fiorisce imperturbabile per quasi tutto l'anno. Solo di notte o in caso di brutto tempo, si ripara mantenendo i suoi petali chiusi. Questa piccola pianta afmaravilloso, che veniva riconosciuta come sacra dai nostri antenati tedeschi, è molto amata dai bambini. Con entusiasmo incontrollabile intrecciano Pratoline in trecce o piccole ghirlande. Nel linguaggio dei fiori del Medioevo, gli dei e i poteri sovrannaturali potevano essere rappresentati da singole piante. Così, tra i Celti, la modesta Pratolina venne dedicata a Santa Margherita e come fiore della santa patrona dei coltivatori, appartenne alla gente comune. Fu solo più tardi che essa acquistò una fama inimmaginabile, quando il re francese Luigi IX (1214-1270) la incluse nel suo rivestimento di armi insieme al giglio. Per questo motivo si fece fabbricare un anello composto da una ghirlanda di fiori intrecciati.

In giardino

L'impiego in giardino delle pratoline da sempre divide in due il mondo dei paesaggisti più esperti e raffinati. Molti di loro sostengono che l'uso più indicato è quello naturale, vale a dire nei prati, dove in effetti esse risaltano con grande vivacità, anche se poste al piede di alberi e grandi arbusti. Un secondo indirizzo di pensiero – capeggiato dalla celeberrima Vita Sackville-West – afferma invece, e forse non a torto, che il prato è consigliabile solo per la specie-tipo, Bellis perennis, che però rischia d'infestare l'intera area. Le varietà più delicate, come quelle a fiore doppio o pieno, a suo avviso sono più adatte per le aiuole, in particolare per definire i bordi, specialmente se accompagnate da altre specie di pari freschezza primaverile, come le primule e i nontiscordardimé (Myosotis). Poche cultivar dal fiore minuto, come 'Dresden China', sembrano indicate anche per il giardino roccioso. Va ricordato infine che la vecchia e sempre valida scuola francese di giardinaggio raccomandava che, al fine di avere bordure sempre ben ricche e fiorite, è bene rifare il lavoro delle bordure tutti gli anni, o al massimo ogni due, di preferenza nei mesi primaverili.

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Coltivazione

Di norma, la coltivazione delle pratoline non riguarda la specie-tipo Bellis perennis, che è spesso considerata un'infestante dei tappeti erbosi, quindi da combattere con diserbanti e da estirpare. Le numerose varietà, invece, sono dotate di un elevato valore ornamentale, ma, poiché con il passare del tempo il loro aspetto tende ad impoverirsi, si preferisce trattarle come biennali. Sono piante molto rustiche, che tollerano temperature anche inferiori a -15°C., pur preferendo un'esposizione soleggiata o in mezz'ombra; viceversa non amano le estati roventi. Gradiscono un terreno non troppo fertile e ben drenato, che non s'inaridisca eccessivamente durante i mesi caldi. La messa a dimora di pianticelle in piena terra si effettua in autunno, fra ottobre e novembre, oppure anche in marzo-aprile. La moltiplicazione da seme, se questo è disponibile, va fatta all'aperto all'inizio dell'estate, avendo cura di ricoprire i semi con poca terra. Le pianticelle vanno poi ripicchettate, per essere poi collocate a dimora definitiva verso settembre. Le varietà a fiore pieno (come 'Alice', 'Dresden China' e 'Prolifera') producono pochissimi semi fertili o anche nessuno, così che il metodo migliore per la loro riproduzione è la divisione delle piante, che si effettua dopo la fine della fioritura, mettendo subito a dimora i nuovi getti. Le cure principali consistono in primo luogo in un paziente lavoro di eliminazione dei capolini sfioriti, allo scopo di prolungare la fioritura. Infine, d'inverno occorre proteggere le varietà più delicate, a fiori doppi o pieni, con foglie secche, paglia, felci o tessuto non tessuto.

In fitoterapia

Se nel XVI secolo i principi attivi contenuti nella pratolina erano ritenuti validi per combattere scrophole.. ferite della testa…sciatiche e quant'altro, ai nostri giorni si usano ancora le parti verdi essiccate, in preparati astringenti, lassativi, depurativi e sudoriferi. Un infuso di fiori al 2-3% è utile come collirio contro le blefariti, mentre un decotto al 4-5% va bene nei gargarismi e in funzione antiemorragica.

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